Un'alba ad Aci Trezza - Vivere la Sicilia

Un’alba ad Aci Trezza

Quando aprii gli occhi erano ancora le cinque del mattino. Quel giorno non c’erano lezioni all’università e non mi venne voglia di tornare a letto. Allora preparai velocemente un caffè e lo presi sul balcone. Le parole monotone di un passante si stagliarono nel silenzio della città che ancora dormiva. Sebbene l’aria fosse fredda e pungente, c’era qualcosa che mi faceva credere in un arrivo imminente della primavera. Mancava quasi un’ora all’alba…
Un’alba ad Aci Trezza è qualcosa di unico. Erano lì: i faraglioni, il mare, un pescatore solitario su una improbabile barchetta, alcuni gabbiani, i colori.
L’alba è il momento più fragile della giornata: tutto sembra avere un suo equilibrio che, incomprensibilmente, diventa pura armonia. Il buio scompare, un timido azzurro chiaro comincia ad appropriarsi di un lembo di cielo; le sfumature dell’arancione, del giallo, del rosa colorano parte di cielo e, soprattutto, colorano le nuvole. Infine arriva lui, il sole, che, spuntando improvvisamente dal mare, fa trattenere il respiro. E’ un momento quello che si fissa, eterno, nella mente. Fin dove arriva la vista, fin dove il mare non ha confini, fin dove i sogni nascono, lì c’è vita. Wisława Szymborska, poetessa polacca a me molto cara, in una poesia del 1986 scrive dei versi meravigliosi: non c’è vita / che almeno per un attimo / non sia stata immortale. Forse è proprio questo l’attimo che fa sembrare immortale una vita, quello autentico che si custodisce nelle camere più profonde dell’essere, quello che diventa essenza di vita. 

Godetevi lo spettacolo e, possibilmente, fate poche foto. Non tornate a casa con fredde fotografie, ma con colorati ricordi. Sedetevi, magari su di uno scoglio, rilassatevi, aspettate senza fretta, abbracciate la persona che amate. 
L’alba è un’emozione sincera, è vita che scorre.

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